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Al cinema: Allacciate le cinture, La mossa del pinguino e Felice chi è diverso

Un melodramma su una travagliata storia di passione, una commedia su uno sport invernale poco conosciuto e un documentario sull'omosessualità in Italia

Un melodramma su una travagliata storia di passione, una commedia su uno sport invernale poco conosciuto e un documentario sull'omosessualità in Italia

Allacciate le cinture: ritorna al melodramma il regista Ferzan Ozpetek, dopo il flop di Magnifica presenza e il più riuscito dramma famigliare Mine vaganti.

Ozpetek, affiancato dallo sceneggiatore dei suoi più grandi successi Gianni Romoli, mette in scena una storia d'amore all'insegna della passione fiammeggiante

Protagonisti del film sono Kasia Smutniak e l'ex tronista Francesco Arca, legati da un sentimento ossessivo, brutale e quasi animalesco costruito interamente sull'attrazione fisica.

Il rapporto tra i due – spigliata e intelligente lei, violento e ignorante lui – si dipana lungo un periodo di 13 anni, costellato di tradimenti, malattie e dubbi.

Nel cast della pellicola anche Filippo Scicchitano, Carolina Crescentini, Luisa Ranieri, Paola Minaccioni, Elena Sofia Ricci e Giulia Michelini.

La mossa del pinguino: Claudio Amendola, lasciato da parte il ruolo di mattatore nella serie tv I Cesaroni, debutta alla regia con questa commedia strampalata che ci riporta al clima delle Olimpiadi di Sochi.

Al centro della trama c'è il gioco del curling, (relativamente) poco praticato in Italia e assimilato dai personaggi a una sorta di equivalente su ghiaccio delle bocce

Il protagonista Bruno, disoccupato con moglie e figlio a carico, ha infatti un'idea geniale: creare la prima squadra italiana di curling per arrivare alle Olimpiadi e guadagnare il supporto dei conseguenti sponsor. Lo seguono nelle folla impresa il migliore amico e due simpatici anziani.

Nel cast Edoardo Leo, Francesca Inaudi, Ricky Memphis, Ennio Fantastichini e Antonello Fassari.

Felice chi è diverso: dopo la cattiva accoglienza critica riservata a L'intrepido, Gianni Amelio ha virato completamente genere presentando al Festival di Berlino un documentario molto interessante sull'omosessualità in Italia.

Il film si compone di una ventina di interviste a uomini di diverse età, che ripercorrono la storia della “diversità” nel nostro Paese a partire dai primi del Novecento fino agli anni 80, con un finale che arriva alla contemporaneità.

Le testimonianze parlano di difficoltà, di discriminazione e di violenza fisica e psicologica, ma anche di ricchezza culturale, di successo e di orgoglio

A emergere è anche una diversa concezione dell'omosessualità, lontana dall'immagine odierna ormai canonizzata, in cui confluiscono connotazioni e sfumature disparate.