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Come trasformare il cambio armadio in un’opportunità di rinascita

Il cambio armadio può diventare un momento di rinascita, anche interiore, per tanti motivi, più o meno profondi.

Il cambio armadio può diventare un momento di rinascita, anche interiore, per tanti motivi, più o meno profondi.

Due volte l’anno, le ante del nostro guardaroba ci spalancano un caos calmo che va ben oltre i capi e gli accessori che indossiamo (o non indossiamo). Come una seconda pelle, il nostro vestiario racconta di noi e a noi, e riassume ricordi, emozioni, paure, storie della nostra vita.

Guardandolo da un’altra prospettiva, oltre alle nostre scelte di stile, l’armadio scandisce non lo solo lo spazio che occupiamo nel mondo, ma anche il tempo: presente, passato e futuro. Il cambio armadio segue il ritmo delle stagioni e ci impone sempre una riflessione, che non è soltanto pratica: che cosa conservare, che cosa abbandonare e che cosa trasformare del nostro look. Perché un “cambio vita” è sempre possibile.

Scopriamo insieme, quindi, come trasformare il cambio armadio in un’opportunità di rinascita. E come rendere il nostro guardaroba non solo più armonioso, ma anche più “virtuoso”, portando un rinnovamento positivo nell’approccio agli abiti che compongono i nostri outfit.

Cambio armadio - Step 1: spazio al decluttering

Dietro ogni cliché c’è (quasi) sempre un grande verità. Proclamare: «Non ho niente da mettermi», davanti a un guardaroba stracolmo di vestiti, è il luogo comune sul quale Marie Kondo ha fondato un impero. Il metodo KonMari, sviluppato dalla consulente del riordino, prima ancora che su una complessa arte di organizzazione degli spazi abitativi, si fonda su un approccio psicologico. Che emozioni ti trasmette quel capo? Ti dà gioia? Tienilo. Non ti trasmette felicità o, peggio ancora, niente di positivo? Separatene senza rimpianti.

Il metodo KonMari entra nel nostro armadio

Anche se può sembrare un approccio eccessivamente naïve e, per certi versi, anti-pragmatico ed “estremo”, possiamo abbracciarne il messaggio di fondo, come primo step del nostro cambio armadio. Vale a dire, lasciare spazio ai capi che ci fa davvero piacere indossare. La vita è troppo breve per non andare d’accordo col prossimo: figuriamoci con i vestiti.

Cambio armadio - Step 2: armocromia unica via

È un po’ la moda del momento: alzi la mano chi non ha mai provato la curiosità di conoscere la palette più adatta ai suoi colori. A patto di sfruttare l’armocromia come uno strumento per vestirsi e vedersi meglio (anziché come l’ennesimo diktat al quale conformarsi a tutti i costi), fondare il nostro vestiario sui pilastri della nostra stagione cromatica è un fondamentale supporto al cambio armadio. 

Roma non è stata costruita in un giorno: e nemmeno il nostro guardaroba. Meglio affrontare l’armocromia uno o due capi alla volta, a cominciare dai pezzi versatili e/o che indossiamo più spesso. E assimilarla come un metodo corretto per i nostri acquisti futuri, piuttosto che usarla come scusa per fare tabula rasa di tutto quello che abbiamo acquistato fino a oggi.

Richiedere una consulenza d’immagine

È innegabile: indossare ciò che ci valorizza migliora l’autostima. Per esprimere al meglio il nostro stile, è importante conoscere non solo i colori, ma anche i tagli e i tessuti più adatti a noi. Consulenti d’immagine, personal shopper e organizzatori di armadi sono i professionisti a cui rivolgersi per individuare e costruire un’immagine coerente con la nostra personalità, raggiungendo i seguenti obiettivi:

  • valorizzare le nostre caratteristiche fisiche per creare un’immagine armoniosa
  • comunicare il nostro stile, il nostro carattere e la nostra unicità
  • individuare i capi più adatti a look e situazioni specifiche, legati ad esempio alla sfera professionale
  • in sintesi, far coincidere ciò che trasmettiamo a livello esteriore e interiore.

Cambio armadio - Step 3: stop al fast fashion

Resistere alla tentazione di acquistare capi all’ultima moda a un prezzo accattivante è quasi impossibile. La domanda che negli ultimi anni stiamo imparando a porci è: qual è il prezzo reale di quei vestiti che vanno a intasare il nostro armadio e che, non essendo destinati a durare, stagione dopo stagione siamo costretti a rimpiazzare, in un loop infinito? La risposta è: molto alto per l’ambiente. I colossi dell’industria moda sono, infatti, responsabili del 10% dell’inquinamento globale, facendo “guadagnare” al settore il secondo posto nella classifica dei più inquinanti (subito dopo il settore petrolifero), per intenderci.

Ricorrere meno al fast fashion è un gesto concreto per la nostra consapevolezza di consumatori e nei confronti della sostenibilità ambientale, di cui tenere conto in fase di cambio armadio.

Da fast fashion a slow fashion: sì, ma con giudizio

Per tante ragioni, non da ultima la nostra disponibilità economica, può non essere possibile acquistare solo slow fashion (moda sostenibile, a ridotto impatto ambientale e rispettosa di un sistema produttivo più virtuoso, anche nei confronti delle condizioni di lavoro). Rinunciare al fast fashion non deve essere vissuto come un obbligo a tutti i costi. Piuttosto, valutiamo le possibili alternative: il vintage, oggi, è più accessibile (e reperibile) che mai.

Cambio armadio - Step 4: supportare i piccoli artigiani

L’artigianato è una scelta etica che rappresenta il modello ideale di sostenibilità produttiva. In particolare, il Made in Italy apporta un indiscutibile effetto benefico all’economia locale, consentendo inoltre di tramandare un know-how manifatturiero che, altrimenti, andrebbe perso.

Il caso: Gaia Segattini Knotwear

La fashion designer & consultant Gaia Segattini, ad esempio, da anni attiva con progetti a supporto della microimprenditoria artigianale. Con il suo brand di “Knotwear” ha lanciato una linea di maglieria “non convenzionale” «non solo dal punto di vista ideologico ed estetico, ma anche come metodologia progettuale, produttiva e commerciale». A cominciare dalle materie prime, uno scarto pregiatissimo: la scelta di utilizzare gli scarti dei filati fine serie consente di produrre pochi capi, ma unici, al di fuori degli schemi delle collezioni e delle stagioni. La manifattura è di alta qualità, gli stessi artigiani che si occupano di produzioni prestigiose: piccole realtà che fanno grande il Made in Italy.
Nel concreto, per noi, il vantaggio di popolare l’armadio con i capi artigianali è di avere prodotti concepiti per durare nel tempo e sopravvivere alle stagioni e a tanti, tanti cambi armadio.

Cambio armadio - Step 5: economizzare il budget

Al di là degli sfizi che è giusto concederci, prima di acquistare un capo d’abbigliamento o un accessorio possiamo riflettere sul “ruolo” che questo avrà nel nostro guardaroba. In ottica di acquisti futuri, il cambio armadio è un modo per ottimizzare il contenuto, creando quanti più look possibili con uno stesso pezzo.

La scelta di capi “trasformisti”

Basic è bello, ma non è l’unica strategia per creare più outfit con uno stesso capo. Esistono, infatti, abiti "trasformisti", che possiamo adattare a diversi abbinamenti e occasioni. Il brand artigianale Clotilde, ad esempio, ha messo in pratica questo concept con la linea dei “Trasformabiti”, cioè vestiti da poter indossare in vari modi.

Anche se il prezzo per un abito trasformista è mediamente superiore rispetto a un capo tradizionale, acquistandone uno stiamo in realtà inserendo nel nostro armadio una serie di look.

In sintesi, il nostro guardaroba è uno spazio intimo che ci dà modo di esprimere noi stessi non solo a livello esteriore, ma anche interiore. Il cambio armadio diventa quindi un momento per metterci in discussione, nei confronti di noi stessi e del mondo. Un’evoluzione che sa di gioia e rivoluzione.

Foto apertura: georgerudy - 123RF