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Sonia Peronaci: «Cosa cambierà dentro e fuori le cucine nella fase 2 ... della nostra vita»

Sonia Peronaci, l'imprenditrice digitale ex volto di Giallo Zafferano, ci aiuta a tracciare una mappa per il prossimo futuro della ristorazione e del nostro rapporto con la cucina. Parola d'ordine: reinventarsi.

Sonia Peronaci, l'imprenditrice digitale ex volto di Giallo Zafferano, ci aiuta a tracciare una mappa per il prossimo futuro della ristorazione e del nostro rapporto con la cucina. Parola d'ordine: reinventarsi.

Il Coronavirus ci ha costretti a ripensare il nostro mondo e la nostra vita. Secondo Sonia Peronaci, imprenditrice digitale, creatrice di GialloZafferano e Sonia Factory, reinventarsi è la parola chiave di questo tempo. «È fondamentale e va fatto velocemente», dice.

Così abbiamo riscritto le regole dei nostri lavori. Lo smart working è finalmente diventato realtà. Nelle nostre case sono cambiate le dinamiche: attriti, insofferenze, ma anche tanta cura espressa attraverso l'atto del cucinare. «Il cibo è diventato comfort perché ci manca la coccola. E in fondo cucinare cos'è, se non prendersi cura di chi si ama?».

Il 4 maggio l'Italia, ferma da due mesi, prova a ripartire. Il tempo dedicato alle ricette, ai lievitati e alle preparazioni complesse potrebbe diminuire. Cosa cambierà dentro e fuori le cucine? Proviamo a capirlo con Sonia Peronaci.

Imprenditrice digitale e Coronavirus: una ricetta nuova

Dopo aver fondato e diretto per dieci anni Giallo Zafferano, Sonia Peronaci si è dedicata al sito che porta il suo nome, a libri e trasmissioni televisive. Nel 2017 è nata la Sonia Factory un luogo dove, con un team di 11 persone, crea le sue ricette. Qui nascono eventi, cooking show, team building. Insomma, chiamarla food influencer o food blogger è davvero riduttivo: Sonia Peronaci è un'imprenditrice digitale.

Poi è arrivato il Coronavirus, che ha spogliato la Sonia Factory degli eventi e ha costretto la sua creatrice a tornare al primo amore: le ricette. «Ho riscoperto una delle cose che mi piace di più: stare in cucina e trovare nuove idee. Io e il mio compagno lavoriamo da soli in redazione. Insieme siamo riusciti a incrementare i contenuti». La chiave dunque – ora e sempre – è diversificare ciò su cui si lavora.

Qualità, complessità e coccola: il cibo della quarantena

Chiusi in casa da molte settimane, il cibo è diventato il primo genere di conforto a cui non rinunciare. È nutrimento materiale, ma soprattutto spirituale. Per alcuni è un rifugio contro ansie e paure. Mettere le mani impasta aiuta a scaricare la tensione. «Tutti si lamentano di essere ingrassati – spiega Sonia – ma la verità è che stare a dieta è più facile quando abbiamo i nostri svaghi. Il cibo ora è comfort, coccola: ci avviciniamo a ciò che ci piace».

Ma non solo. Ci dedichiamo a ricette più complesse, come i lievitati. Abbiamo il tempo di fare il pane e pure il lievito madre. In più per fare una focaccia ci vogliono pochissimi ingredienti: bisogna solo attendere. E infatti lieviti e farine sono introvabili. Inoltre, si sta molto più attenti alla qualità degli ingredienti. «Il cibo ci ha permesso di imparare qualcosa che non sapevamo fare prima, anche se non avremo più il tempo di farla».

Quando Ikea ha diffuso la ricetta delle sue celeberrime polpette, tutti ne hanno gioito. In molti hanno sentito il brand “più vicino”. Del resto le polpette di Ikea sono un must, chi non le ha mai assaggiate? Si tratta quasi di una ricetta di famiglia, che arriva a tutti con la facilità del consiglio di un amico, della foto amatoriale, che spinge tutte a dire: «Posso farlo anche io». Davanti all'immagine perfetta del piatto stellato, in pochi gettano il cuore oltre l'ostacolo e si spingono nella preparazione, certi del fallimento.

Imprenditori dimenticati dal Paese

L'Italia è ferma da circa due mesi. In molti hanno riscritto le regole del proprio lavoro. I ristoratori hanno iniziato a comunicare, si sono avvicinati al delivery, hanno creato le dark kitchen, si preparano per l'asporto. Ma tanti altri – tra cui anche parrucchieri ed estetiste – non riusciranno a riaprire.

«Questi imprenditori sono stati i primi a chiudere e saranno gli ultimi – forse – a riaprire. Da imprenditrice, soffro – aggiunge Sonia – Dopo mesi di serranda abbassata gli è stata tolta la dignità del guadagnarsi da vivere. È vero, bisogna preservare la salute, ma non si può fare finta di niente. Non parlare di questa situazione è avvilente. È stato chiesto agli imprenditori di chiudere, ma di non licenziare nessuno. Non si può addossare tutto agli imprenditori. Sembra quasi che vengano considerati i “nemici” dello Stato, mentre formano un tessuto economico importantissimo».

Chissà se andare a cena fuori sarà possibile nel breve periodo. Se dovremo piegarci alla dura legge del plexiglas. «La cosa più giusta da fare sarebbe stare così fino al vaccino, ma sarebbe impossibile a livello economico», commenta Sonia.

Food influencer, blogger, giornalisti: anche per loro ci sarà una selezione naturale. A determinare la vittoria sarà, come sempre, il contenuto. «In un momento come questo gli influencer che non cucinano, possono creare storie e post divertenti: intrattenere è importante. Il figlio della Ferragni? È una droga, divertimento puro». La quarantena eliminerà chi non lavora bene e valorizzerà chi crea ricette affidabili, espresse bene. Stessa cosa varrà anche per i giornalisti enogastronomici.

Cosa abbiamo imparato dalla quarantena

Da questa quarantena Sonia Peronaci ha scoperto che creare ricette e contenuti le piace ancora. Il primo amore non si scorda mai. Ma non solo. «Tutti abbiamo avuto tempo per riflettere, stando soli con noi stessi, scoprendo nuove frontiere, nuovi hobby, nuovi piaceri. Nella mia fase introspettiva sono rimasta molto colpita dal ritorno dei delfini e dal calo dell'inquinamento: c'è stato un cambiamento enorme in pochissimo tempo».

Si parla di fase 2 italiana, ma forse tutti noi ci prepariamo anche a una fase 2 della nostra vita. «Ne stiamo parlando con il mio compagno. La tranquillità del mondo esterno, il produrre contenuti insieme, ci piace molto. Se riuscissimo a convertire questi piaceri, verrebbe meno la parte incasinata di prima. Cambiare il lavoro per stare meglio e accorgersi che, ehi, quel dolore che avevi sempre, è magicamente sparito».

Una volta fuori, Sonia Peronaci vuole fare una bella gita. «Siamo chiusi in casa o, soli, in redazione. Ci mancano gli affetti, ma ancor di più poter andare al mare o in montagna. O, semplicemente, fare una passeggiata in libertà». In attesa di quel momento, allacciate i grembiuli: c'è ancora da cucinare e confortarci.