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Serial killer: la storia di John Wayne Gacy

Il Killer Clown, attivo negli Anni ‘70 nell’area di Chicago, uccise almeno 33 giovani uomini. Impegnato nel sociale, si esibiva come “Pogo il pagliaccio” per beneficenza: a lui si è ispirato Stephen King per il personaggio di IT/Pennywise.

Il Killer Clown, attivo negli Anni ‘70 nell’area di Chicago, uccise almeno 33 giovani uomini. Impegnato nel sociale, si esibiva come “Pogo il pagliaccio” per beneficenza: a lui si è ispirato Stephen King per il personaggio di IT/Pennywise.

Da quando i clown fanno paura? La coulrofobia, ovvero il timore irrazionale dei pagliacci, è nata insieme a loro: chi soffre di questo disturbo psicologico percepisce come inquietanti e minacciose caratteristiche come il sorriso esagerato, la parrucca colorata, il naso rosso e il trucco marcato, perché non riesce a “processarle”. Ma una cosa è certa: la miniserie IT, andata in onda nel 1990, ci ha messo del suo. Ebbene, in molti non sanno che il pagliaccio malefico Pennywise, antagonista nel romanzo di Stephen King pubblicato quattro anni prima, è ispirato (anche) a un serial killer realmente esistito. Ecco la storia di John Wayne Gacy, il Killer Clown che negli Anni ‘70 uccise 33 ragazzini.

L'infanzia difficile

John Wayne Gacy nasce a Chicago il 17 marzo 1942, in una famiglia problematica: da piccolo subisce infatti continui abusi fisici e psicologici da parte del padre alcolizzato, che lo disprezza perché sovrappeso ed effeminato. A nove anni viene molestato da un amico di famiglia, ma tace proprio per timore della reazione paterna. A rendere più difficile la sua infanzia anche una caduta dall’altalena, che gli causa per anni mal di testa e perdite temporanee di memoria. 

Il matrimonio e l'omosessualità

A 18 anni inizia a partecipare attivamente alla vita politica, lavorando come assistente del candidato democratico del suo quartiere. In seguito trascorre un breve periodo a Las Vegas, dove lavora in obitorio, per poi tornare a Chicago e iscriversi al college: dopo la laurea trova impiego in un negozio di scarpe, di cui diventa direttore. Il 1964 è per Gacy un anno importante: sposa la collega Marlynn Myers, ma vive anche la prima esperienza omosessuale, con un ragazzo conosciuto sul posto di lavoro. Due anni dopo, il suocero gli offre l’opportunità di dirigere tre ristoranti della catena Kentucky Fried Chicken in Iowa. Gacy lascia così l’Illinois e si trasferisce più a ovest, nella città di Waterloo.

Condannato per molestie 

Durante la permanenza a Waterloo, Gacy e la moglie hanno due bambini, mentre la sua omosessualità repressa diventa sempre più evidente: spesso fa avances ai suoi dipendenti, giustificandole come semplici scherzi. Nel privato, diventa dipendente dalla pornografia gay. La sua immagine pubblica è invece senza macchie: grande lavoratore, prende parte a diversi progetti di beneficenza, affermandosi come un pilastro della comunità. Ma la situazione precipita improvvisamente, quando nel 1968 viene arrestato e incriminato per molestie sessuali e sodomia dopo le accuse del 15enne Donald Voorhees, figlio di un amico, che ha costretto l’anno prima a una fellatio. Nello stesso giorno della condanna a dieci anni di carcere, la moglie Marlynn chiede il divorzio. Detenuto modello, Gacy uscirà di carcere con libertà condizionata dopo appena 18 mesi.

Il primo omicidio

Tornato ad abitare a Chicago insieme alla madre, all’inizio del 1971 molesta un altro ragazzino, che lo denuncia ma poi non si presenta in aula. Nell’agosto dello stesso anno, Gacy compra una ranch house al numero 8213 di West Summerdale Avenue, che sarà il teatro dei suoi omicidi. Il giorno in cui scatena la follia omicida è il 2 gennaio 1972, quando preleva il 16enne Timothy McCoy dal terminal degli autobus Greyhound. Il giovane è diretto a Omaha, ma non ci arriverà mai: Gacy porta McCoy a casa sua e la mattina dopo lo uccide con diverse coltellate al petto. Seppellisce il cadavere in cantina e poi lo ricopre con del calcestruzzo. «Fu allora che mi resi conto che la morte era l'emozione più grande», racconterà nel 1980, rivelando di aver avuto un orgasmo mentre uccideva la sua prima vittima. 

Pogo the Clown e l'incontro con la First Lady

Dopo aver lavorato per un certo periodo come cuoco, nel corso del 1972 Gacy apre la propria impresa edile, la PDM Contractors. Nello stesso anno molesta un altro giovane fingendosi un agente di polizia (ma anche in questo caso non viene processato) e si sposa una seconda volta, con la divorziata Carole Hoff. Contemporaneamente diventa molto attivo nel settore sociale della comunità, esibendosi  mascherato da pagliaccio in manifestazioni di beneficenza e negli ospedali: disegna da solo costumi e trucco e nel 1975 crea il suo personaggio, Pogo the Clown. Attivo in politica, il 6 maggio 1978 il rispettato democratico Gacy incontra la First lady Rosalynn Carter, che gli firma una foto con dedica: “ A John Gacy. I migliori auguri”.

Una vittima dopo l'altra

Gacy compie il suo secondo omicidio nel gennaio del 1974, quando strangola un ragazzo (mai identificato), seppellendo il cadavere in giardino. Nel frattempo gli affari della PDM Contractors vanno a gonfie vele: la maggior parte dei suoi operai è costituita da giovani studenti, tra cui il 15enne Tony Antonucci che aggredisce nell’estate del 1975. Una settimana dopo l’assalto, il 29 luglio, scompare un altro degli operai. È il 17enne John Butkovitch, che uccide, violenta e seppellisce in garage. Nessuno sospetta del datore di lavoro che, impegnato in politica e beneficenza, è anche sposato. A proposito: il matrimonio non ha fermato Gacy, ma quantomeno lo ha frenato. È dopo il secondo divorzio, arrivato a inizio 1976, che con la casa tutta per sé inizia a uccidere con regolarità. 

Follia omicidia

Tra aprile e agosto 1976 Gacy ammazza almeno otto giovani, seppellendone metà in una fossa comune sotto il locale lavanderia. Il 24 ottobre trovano la morte i teenager Kenneth Parker e Michael Marino, visti per l'ultima volta fuori da un ristorante. Nel giro di due mesi, scompaiono nel nulla due operai della PDM Contractors: William Bundy e Gregory Godzik, seguiti il 20 gennaio 1977 da John Szyc, amico di Butkovitch e Godzik, attirato da Gacy con il pretesto di voler comprare la sua Plymouth. Forse ci sarebbero gli elementi per collegare Gacy alle sparizioni, ma nessuno sospetta di lui. Così continua a uccidere: a marzo toglie la vita a Jon Prestidge, in visita dal Michigan a degli amici di Chicago. Dopo l’omicidio di Matthew Bowman a maggio, tra settembre e dicembre Gacy assassina altri sei giovani, forse sette. Difficile tenere i conti, tra resti e vittime non identificate. Il 16 febbraio 1978 il Killer Clown uccide William Kindred: il 19enne sarà l'ultima vittima sepolta nella sua proprietà, dato che le successive saranno gettate da Gacy nel fiume Des Plaines

L'arresto

Le vittime che Gacy getta nel fiume, tra il 16 giugno e l’11 dicembre, saranno in tutto quattro: Timothy O'Rourke, Frank Landingin, James Mazzara e Robert Priest. È l’omicidio di quest’ultimo a segnare la fine della carriera criminale del Killer Clown. Appena prima di scomparire, ha raccontato agli amici che avrebbe dovuto incontrare il titolare della PDM Contractors a casa sua, per parlare della sua possibile assunzione. Quando la polizia si reca da Gacy, gli agenti avvertono immediatamente un odore nauseabondo proveniente dallo scantinato, che il padrone di casa giustifica con problemi al sistema fognario. La bugia non regge: si tratta di cadaveri in putrefazione e l’omicida, che ha ucciso talmente tanto da non avere più spazio per seppellire a dovere le vittime, viene immediatamente arrestato. Quando la notizia si sparge la comunità è incredula: il gioviale Gacy, grande lavoratore, padre di famiglia, capace di fare sorridere tutti con il suo Pogo, è un assassino seriale.

La condanna a morte

Una notevole intelligenza, ma anche disturbi della personalità correlati con il sadismo. Le perizie psichiatriche effettuate su di lui mostrano un Gacy molto diverso da quello che appare in pubblico. Accusato di aver rapito, torturato, violentato e ucciso 33 vittime, il Killer Clown viene condannato alla pena capitale. Gacy rimane per 14 anni nel braccio della morte del Menard Correctional Center di Chester, dove trascorre il tempo dedicandosi alla pittura. Il più malefico dei pagliacci muore il 10 maggio 1994, tramite iniezione letale. Dopo il suo decesso, molti dei suoi quadri vengono messi all’asta: più di venti vengono bruciate in un falò pubblico a cui prendono parte 300 persone, inclusi alcuni dei famigliari delle vittime.

Gacy nella cultura popolare

Anche se mai esplicitamente ammesso dallo scrittore, è indubbio che Stephen King abbia tratto ispirazione dalla figura di Gacy per quella del pagliaccio Pennywise. Il Killer Clown di Chicago, d’altra parte, ha lasciato una traccia profonda nella cultura popolare americana: Madonna Wayne Gacy era il nome d’arte dell’ex tastierista di Marilyn Manson (come lui, pseudonimo formato da icona pop più serial killer) e il personaggio di Gacy, interpretato da John Carroll Lynch, è presente nella serie American Horror Story: Hotel. To Catch a Killer è invece un film del 1992, che racconta appunto la cattura del celebre assassino, mentre Gacy del 2003 ne ripercorre l’intera carriera criminale. Dear Mr. Gacy, con William Forsythe nel ruolo del protagonista, è invece basato sul memoir The Last Victim scritto da Jason Moss, che incontrò il serial killer nel braccio della morte nel 1994, poco prima dell’esecuzione. 

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