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Intestino pigro: sintomi, cause e rimedi

Mantenere l'equilibrio della flora batterica intestinale è indispensabile per tenere alla larga situazioni fastidiose come l'intestino pigro, comune soprattutto tra le donne e gli anziani. Vediamo come prevenirlo e contrastarlo con lo stile di vita, la corretta alimentazione e l'aiuto dei probiotici.

Mantenere l'equilibrio della flora batterica intestinale è indispensabile per tenere alla larga situazioni fastidiose come l'intestino pigro, comune soprattutto tra le donne e gli anziani. Vediamo come prevenirlo e contrastarlo con lo stile di vita, la corretta alimentazione e l'aiuto dei probiotici.

Pochi immaginano che il best seller che ha dominato le classifiche tedesche nel 2014, per poi vendere cinque milioni di copie in tutto il mondo, parli di… intestino. Esatto, è “L’intestino felice”, è stato scritto dalla biologa e gastroenterologa Giulia Enders (classe 1990) e ci spiega, tra una vignetta e un aneddoto, perché un intestino che funziona correttamente sia un toccasana per la nostra serenità. Ecco perché è così importante prendere confidenza con i meccanismi del nostro “secondo cervello”, imparando a riconoscere e affrontare i disturbi che ci possono cogliere a causa di una predisposizione particolare, di abitudini sbagliate o anche di un periodo di forte stress. Uno dei più comuni è l’intestino pigro.

Cos'è la flora batterica intestinale 

Anche se non ce ne possiamo accorgere, il nostro intestino è un posto parecchio affollato. Al suo interno abita infatti la flora batterica intestinale (anche nota con il nome di microbiota). Ne fanno parte 400 specie di batteri disseminate tra l’intestino tenue e il colon.

Quando tutto va per il verso giusto, la flora batterica intestinale vive in simbiosi con l’organismo: l’uomo nutre i batteri con il cibo che non è stato digerito e loro, per ricambiare, svolgono una serie di funzioni impagabili. Qualche esempio? Creano una barriera sulle mucose per tenere alla larga i patogeni, agevolano la digestione, producono le vitamine B12 e K, sintetizzano alcuni amminoacidi ed enzimi, sviluppano i villi intestinali e le cellule epiteliali… La lista potrebbe continuare ancora a lungo, ma quello che ci interessa capire è che il nostro benessere è legato a doppio filo al microbiota.

Quest’ultimo però non resta sempre uguale negli anni, ed è per questo che l’infanzia e la terza età sono fasi particolarmente delicate. Oltretutto, fino al 60% della sua composizione può variare anche nel corso di un singolo giorno, per motivi ambientali e per la dieta. Proprio l’alterazione della flora batterica intestinale, che tecnicamente si chiama disbiosi, è correlata con parecchi disturbi.

Cosa significa intestino pigro?

Uno dei più diffusi è quello che comunemente chiamiamo intestino pigro, cioè il rallentamento del transito intestinale che porta a difficoltà di evacuazione. Non è tecnicamente una patologia bensì una condizione che può manifestarsi in circostanze particolari – per esempio durante un viaggio all’estero o dopo l’assunzione di farmaci – oppure diventare cronica. Restano al di fuori di questa definizione tutti i casi in cui la stipsi è la conseguenza di altre patologie, come la diverticolite.

Le donne appaiono più predisposte all’intestino pigro, soprattutto durante la gravidanza o in determinate fasi del ciclo mestruale. Anche gli anziani tendono ad avere maggiori difficoltà di evacuazione: in parte per le loro abitudini, visto che sentono meno lo stimolo della sete e fanno una vita più sedentaria; in parte per la coesistenza di altre patologie che obbligano ad assumere farmaci.

I sintomi più comuni 

Cosa succede quando il transito intestinale è rallentato? Il sintomo più evidente è la difficoltà a espellere le feci, poiché esse trascorrono più tempo nel tratto intestinale e, così facendo, perdono acqua e diventano più dure. Si parla di stipsi vera e propria quando si va di corpo meno di tre volte alla settimana.

Non è finita qui, perché le feci ferme nel tratto intestinale continuano a fermentare, generando gas. Da qui un’altra serie di sintomi poco simpatici: gonfiore, flatulenza, nausea, senso di pesantezza, alitosi e difficoltà di digestione. Insomma, abbiamo detto chiaro e tondo che l’intestino pigro non è una patologia, ma può comunque compromettere parecchio la qualità della vita. Quando poi si trascura questa condizione per troppo tempo, le feci dure possono favorire l’insorgere di ragadi ed emorroidi. Insomma, dire che l’intestino fa la felicità è tutt’altro che un’esagerazione!

Le possibili cause

Non essendoci alla base una vera e propria malattia, per ricostruire le cause dell’intestino pigro bisogna fare una piccola indagine sullo stile di vita a tutto tondo. Spesso si scopre che la persona segue una dieta troppo restrittiva, povera di liquidi e di fibre, che non nutre a sufficienza la flora batterica intestinale. Oppure che passa la giornata dalla scrivania al divano senza fare quella leggere attività fisica che stimola la peristalsi intestinale e mantiene il microbiota in condizioni ottimali.

Per le donne spesso intervengono anche fattori ormonali, soprattutto durante la gravidanza. Anche lo stress può avere un peso, perché la scarica di adrenalina devia il sangue dall’intestino ai muscoli: così facendo, i movimenti intestinali rallentano e le feci ristagnano, con tutte le conseguenze che abbiamo appena descritto. Una condizione di stipsi acuta, infine, può essere anche figlia di interventi chirurgici che coinvolgono l’apparato gastrointestinale o dell’assunzione di alcuni farmaci. In questi ultimi casi, soltanto il medico saprà suggerire la strategia adatta per ritrovare la regolarità.

Cosa fare in caso di stipsi 

La buona notizia sta nel fatto che, per l’intestino pigro, rimedi ne esistono. E hanno tutti una cosa in comune: aiutano a ripristinare il corretto equilibrio della flora batterica intestinale, permettendole di svolgere al meglio le sue preziose mansioni. Vediamoli uno per uno: 

  • Tutto comincia da un’alimentazione sana ed equilibrata, con un consumo quotidiano di frutta e verdura. Per combattere la stipsi è bene evitare per qualche giorno alcool, tè e cibi dal dichiarato effetto astringente come mele, banane, carote e riso; viceversa, via libera a cereali integrali ricchi di fibre, legumi (preferibilmente decorticati) e yogurt.
  • Attenzione, però, perché aumentare l’apporto di fibre rischia di essere controproducente se non ci si idrata abbastanza. Per chi proprio fa fatica a bere due litri d’acqua al giorno, un utile stratagemma è quello di tenere sempre una borraccia sulla scrivania. D’inverno, quando si sente meno lo stimolo della sete, non c’è niente di meglio che scaldarsi con una tisana; quelle alla senna, liquirizia, finocchio e tarassaco sono note per il loro blando effetto lassativo.
  • I probiotici sono integratori alimentari che corrono in aiuto del microbiota, favorendo la regolarità del transito intestinale e alleviando stitichezza, gonfiore e flatulenza. Si trovano facilmente in farmacia o nei supermercati più forniti, in bustine o in flaconcini. Non essendo farmaci, possono essere assunti anche in via preventiva quando si sa di dover sottoporre a un forte stress la flora batterica intestinale, per esempio in occasione di un viaggio all’estero o di un ciclo di antibiotici. 
  • Per i farmaci lassativi veri e propri, invece, il discorso è un po’ diverso. In certe circostanze possono rivelarsi necessari, ma deve essere un medico a prescriverli perché possono provocare effetti collaterali. Ne è una prova il fatto che siano chiaramente controindicati in gravidanza o in presenza di alcune patologie.
  • Per prevenire sul nascere l’intestino pigro, abituiamoci ad ascoltare il nostro corpo. Quando si percepisce lo stimolo a evacuare, non c’è niente di più sbagliato di trattenersi per ore intere, in attesa di tornare a casa nel proprio bagno. È decisamente più saggio stabilire ritmi regolari, mangiando e andando a letto sempre alla stessa ora: il nostro organismo adora la routine!

 

Foto apertura: nobilior / 123rf.com