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PEOPLE: L'ATTUALITA'
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Depressione: le star che hanno raccontato la propria malattia mentale

I soldi non fanno la felicità, recita il vecchio adagio. Infatti, anche cantanti, attori e musicisti hanno sofferto o soffrono del “male di vivere”. Ecco le confessioni più toccanti.

I soldi non fanno la felicità, recita il vecchio adagio. Infatti, anche cantanti, attori e musicisti hanno sofferto o soffrono del “male di vivere”. Ecco le confessioni più toccanti.

Uno dei principali motivi per cui il contagio della depressione è così veloce (+20% solo nell'ultimo decennio a livello globale) è anche lo stigma che circonda questa malattia, che rende difficile la diagnosi e quindi anche cure adeguate. Non a caso, l'OMS ha dedicato la giornata mondiale della salute 2017 a questa malattia intitolandola Depression: Let's Talk. Parliamone.

E in quest'ottica è sempre molto importante quando le celebrità rompono il tabù e riescono a raccontare e condividere la propria esperienza.

Se avete ammirato Beyoncé al Coachella, di recente, o in qualunque altro punto della sua stellare carriera come artista e performer, sappiate che ha sofferto di depressione. Era il 2006, le sue Destiny's Child si erano sciolte: «Non mangiavo, stavo nella mia stanza, era un momento terribile, mi chiedevo: “Chi sono? Chi sono i miei amici?”. A volte non sapevo che giorno fosse, dove mi trovavo».

Anche Adele ha avuto seri problemi per un lungo arco della sua vita: «Posso entrare e uscire dalla depressione con molta facilità. Ho avuto una tremenda depressione post partum e mi ha terrorizzato. Non ne ho parlato a nessuno. Quattro mie amiche si erano sentite così, e tutte erano troppo imbarazzate per parlarne».

«La gente non sa come si parla della depressione», disse Miley Cyrus durante un'intervista. «Ma è totalmente Ok essere tristi. Ho attraversato una fase della mia vita in cui ero molto depressa. Non dipendeva da niente o da nessuno. Ero solo depressa».

Il problema fu espresso molto bene da Carrie Fischer, la principessa Leila di Star Wars, che ne ha sofferto per tutta la vita, fino alla sua morte, lo scorso anno. «Ho uno squilibrio chimico, nelle sue forme più estreme può farmi finire in ospedale. Non puoi fermarlo. È molto doloroso. È brutale. Ti bruciano le ossa». Fischer fu fondamentale nella battaglia per togliere stigma e vergogna alla malattia mentale. «Sono la vostra sorella bipolare, sono con voi, mostratemi cosa sapete fare», scrisse in un bellissimo editoriale sul Guardian.