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Perché (e come) accogliere il vuoto nella tua vita

Come coltivare uno spazio mentale sgombro e libero da pensieri può diventare un'occasione di crescita personale.

Come coltivare uno spazio mentale sgombro e libero da pensieri può diventare un'occasione di crescita personale.

Hai notato quanto la vita sia diventata estenuante? Forse sarà capitato anche a te di avere l'impressione di girare come un criceto in una ruota che non vuole saperne di fermarsi. Guardando intorno a me mi sono resa conto che siamo molte a condividere lo stesso sentire, impegnate come siamo a gestire la casa, il lavoro, i figli, con preoccupazioni varie ed eventuali. Potersi fermare un attimo per non pensare a nulla sembra essere diventato un lusso. Abbiamo una vita talmente piena da non riuscire a farci entrare il senso di vuoto, eppure l’attimo di tregua, di silenzio, di spazio mentale sgombro da pensieri è una necessità.

Riuscire ad accogliere il vuoto nella propria vita può portare numerosi benefici tra i quali una maggiore chiarezza mentale e un senso di leggerezza interiore, ma oltretutto ci allena ad aprirci al mondo, alla sorpresa, e a volte a ciò che non avremmo mai potuto sperare. Se sei una control freak, lasciare uno spazio vacante senza sapere come la vita stessa lo riempirà potrà metterti  a disagio, è vero, ma posso garantirti che spesso il caso può combinare gli eventi in  maniera tale da superare le  aspettative, occorre però dargli l’opportunità per farlo, giusto?

Fare spazio intorno a te per liberarti dal carico mentale

Ne abbiamo già parlato in un precedente articolo, riempire lo spazio intorno a te ingombrandolo di cose inutili blocca la tua energia e così finisci per sentirti limitata, frenata, o ostacolata nella tua vita quotidiana e di riflesso anche nei tuoi processi interiori: come puoi pensare di vivere una vita serena e senza stress se già fatichi ad attraversare la tua casa senza inciampare o maledire i mobili che immancabilmente ti ricordano l’esistenza dei tuoi mignoli?

Lo stress costante, anche se piccolo, provocato dall’accumulo e dall’ingombro del tuo spazio (ma anche del tuo tempo!) è come una piccola palla di neve che si trasforma piano piano in una valanga che si riversa sulle tue spalle. Per fortuna, puoi liberarti di questo peso nel momento in cui ti permetti di accogliere il vuoto nella tua vita senza fuggire da esso e così invece di caderti addosso, la valanga di neve si riversa in una crepa che hai creato grazie al vuoto. Per cui chiediti di cosa hai veramente bisogno e cosa tieni per abitudine. E poi, datti l’opportunità di stare in uno spazio totalmente libero per un po’, per entrare in contatto con ciò che il vuoto fa risuonare in te. In altre parole, puoi vedere il vuoto come la scelta che non ti sei mai riconosciuta: poter posare i pesi a terra e gustarti il vuoto tra le mani, nella mente, e oltre lo sguardo.

Se apriamo le mani, possiamo ricevere ogni cosa. Se siamo vuoti, possiamo contenere l’universo.

(Buddha)

Ovvio, non ti chiedo di fare tabula rasa in casa tua, ma di dedicare semplicemente un angolo alla leggerezza: fai che in questo luogo l’aria sia l’unico peso da portare.

Accogliere il vuoto per aprirti a te stessa

Possiamo avere talmente perso il significato del vuoto da averne paura, così riempiamo la nostra vita con impegni e pensieri senza darsi la possibilità di sperimentare quello spazio/tempo quasi sospeso in cui possiamo stare: essere senza aspettative, senza giudizi. Coltivare la vacuità è un modo per aprirsi all’inaspettato, e lasciarsi andare alla vita. Riconoscersi il diritto di non avere tutto sotto controllo e osservare per un po’ il mondo evolversi senza intervenire conferisce un senso di leggerezza e libertà, aiuta a ricordare che tutto è in divenire. Anche noi.

Per riuscirci, puoi accogliere il silenzio della mente grazie alla mindfulness e le altre tecniche di ascolto interiore, per esempio. L’unica cosa che ti occorre fare è abitarti. Se ti chiedo dove ti trovi nel tuo corpo, probabilmente mi risponderai che sei nella testa, perché sentirai che lì si trova la tua coscienza, ma in realtà tu sei ovunque nel tuo corpo. Il tuo essere è in ogni tua cellula e permette la loro vita. Purtroppo siamo talmente oberati dai pensieri che ci rifugiamo tra i nostri processi mentali dimenticando tutto il resto.

Fare silenzio nella mente e lasciare il vuoto prendere lo spazio dei pensieri per un po’ può regalarti un senso di grande benessere sia al livello mentale che fisico. È stato dimostrato scientificamente che la mindfulness è in grado di  modificare il cervello in modo da permettere una migliore gestione delle emozioni, dell’autocontrollo e dell’attenzione, diminuisce lo stress, e di conseguenza migliora il sistema immunitario e diminuisce l’infiammazione cellulare e il dolore. Coltivare un attimo di vuoto può essere un modo per prenderti cura di te, per metterti semplicemente in ascolto di te, della tua vita.

Detto questo, a volte si può sperimentare un altro tipo di vuoto che, invece di  aprirti ad un’opportunità , segnala un disagio, un malessere interiore e fa eco ad una mancanza o una perdita: è il vuoto interiore, da non confondere col silenzio mentale. Se il silenzio mentale è legata alla testa, ai pensieri, il vuoto interiore invece indica la mancanza di ciò che ti fa battere il cuore. In questo caso, il modo in cui accoglierlo in maniera funzionale nella tua vita sarà diverso.

Ascoltare il vuoto interiore senza nasconderlo sotto il tappeto

Il senso di vuoto interiore può causare un senso di malessere profondo: non parla di apertura al mondo, di silenzio della mente, ma al contrario indica una perdita di significato, di gusto nella vita, un’impressione di essere una comparsa nella propria esistenza. Se il vuoto che percepisci è lancinante, ti far perdere la connessione con il tuo Essere profondo, ti chiude al mondo invece di proiettarti verso l’avvenire, e richiama un dolore o una ferita non rimarginata, ascolta questo tuo sentire senza cercare di nasconderlo o negarlo a te stessa, non vergognartene: è un sentimento che molte persone provano, soprattutto quando si trovano ad accusare i colpi duri della vita.

C’è un aspetto positivo ad ascoltare questo senso di mancanza anche se potrà sembrarti disagevole: è quello di poter portare una soluzione ad un problema, di mettere un punto finale ad una narrazione che trascinava nella sua trama un dolore costante che non ti permetteva di goderti la tua vita. Prenderne coscienza, invece di nasconderlo sotto al tappeto, sarà ciò che ti restituirà leggerezza, gioia. Se  stai sperimentando questo senso di vuoto nella tua vita, il mio consiglio è quello di cogliere l’opportunità che si offre a te: ascoltare il tuo sentire assieme ad un professionista che saprà guidarti e sostenerti (uno psicologo o un psicoterapeuta) ti aiuterà a liberarti di quel peso una volta per tutte e vivere una vita più felice.

Il buio, il vuoto, il nulla: sono metafore di una dimensione ancestrale in cui la vita si ri-partorisce. Se si accoglie il vuoto che gli abbandoni ci portano, gli addii sono fonte di progresso, di rinascita, di nuove occasioni di vita. Se resistiamo, se rimpiangiamo, ci tormenteremo per anni. Sì, bisogna toccare il fondo per ritornare a vivere.

(Raffaele Morelli)

Sandra Saporito