Il disturbo da deficit di attenzione/iperattività è prettamente pediatrico, ma i suoi sintomi possono manifestarsi anche in età adulta. Tant’è che le diagnosi, seppure complicate, sono in netto aumento.
Il disturbo da deficit di attenzione/iperattività è prettamente pediatrico, ma i suoi sintomi possono manifestarsi anche in età adulta. Tant’è che le diagnosi, seppure complicate, sono in netto aumento.“Mi domando come sarebbe stata la mia adolescenza se lo avessero saputo prima del mio Adhd”, scrive Violeta Benini, ostetrica e “divulvatrice” nel campo del piacere sessuale. “La potenza della diagnosi”, le fa eco Giorgia Soleri, influencer e attivista. “Io ho avuto la mia a ottobre 2023, 3 mesi fa. Una diagnosi che ha il sapore dolce-amaro, perché ora capisco tante cose del mio percorso (scolastico e non)”. Se fino a qualche anno fa era piuttosto raro sentir parlare di Adhd, disturbo da deficit di attenzione/iperattività, oggi le diagnosi fioccano. Non solo tra i bambini, ma anche in età adulta. Ma è soltanto una moda, oppure stiamo assistendo a un reale aumento dei casi? In questo secondo caso, a cosa è dovuto?
Cos’è e come si manifesta l’Adhd
Partiamo dal principio. Il manuale MSD classifica l’Adhd tra i disturbi neuroevolutivi, insieme ai disturbi dello spettro autistico e alle difficoltà di apprendimento come la dislessia. Queste differenze neurologiche esistono fin dalla nascita, o poco dopo, e di norma si manifestano entro i quattro anni di età, regolarmente prima dei dodici. I dati sull’incidenza sono molto controversi: si parla del 5-15% dei bambini, più tra i maschi che tra le femmine.
Pur non essendo aggressivi, i bambini con Adhd possono avere difficoltà a scuola perché faticano a concentrarsi, sono distratti e disorganizzati, tendono a rispondere quando non è il loro turno o a lasciare i compiti a metà, passando senza sosta da un’attività all’altra. Quest’irrequietezza è anche fisica: agitano istintivamente gambe e braccia e non sopportano di stare seduti a lungo. Inevitabilmente, il loro rendimento può risentirne.
Le diagnosi di Adhd negli adulti sono sempre più frequenti
Finora abbiamo parlato di bambini, perché l’Adhd è un disturbo pediatrico. Fino a qualche decennio fa, la psichiatria accademica americana era convinta del fatto che non potesse persistere in età adulta. In realtà, gli studi più recenti sostengono che la differenza neurologica rimanga e, circa nella metà dei casi, continui a provocare sintomi comportamentali anche quando l’età della scuola è terminata da un pezzo. Studi epidemiologici internazionali parlano addirittura del 3-4,5% della popolazione adulta affetta da Adhd: in Italia, dunque, gli adulti affetti da Adhd sarebbero circa due milioni.
Come spiegarsi dati del genere? Molte ricerche recenti ipotizzano che l’esposizione massiccia alla tecnologia possa avere un ruolo, perché stimola troppo il cervello, gli impedisce di riposare e peggiora i sintomi dell’Adhd nelle persone già predisposte. Altre analisi si concentrano invece sui fattori ormonali: in particolare, è probabile che le fluttuazioni legate alla menopausa o al ciclo mestruale “risveglino” i sintomi dell’Adhd nelle donne adulte.
Quali sono i sintomi dell’Adhd negli adulti
I sintomi dell’Adhd negli adulti ricalcano in parte quelli già descritti per i bambini: scarsa capacità di concentrarsi, tendenza a lasciare i propri compiti a metà, agitazione, impazienza, sbalzi d’umore. Un adulto con Adhd può essere irascibile o troppo emotivo. E non stupisce come, talvolta, tutto questo possa tradursi anche in una certa difficoltà nel mantenere le relazioni interpersonali. La buona notizia è che sono tutti problemi che si possono affrontare e – in parte – risolvere, attraverso i farmaci e la psicoterapia.
Se per i bambini però l’iter diagnostico è piuttosto consolidato, per gli adulti il percorso si complica, perché questi sintomi sono sovrapponibili a quelli derivanti da disturbi dell’umore, ansia o abuso di farmaci e sostanze stupefacenti. Non è raro, dunque, che la diagnosi arrivi in ritardo. O che magari non arrivi proprio e la persona segua per tutta la vita terapie non ottimali.
Adhd negli adulti: consigli utili
Non tutti sanno che, se si manifesta a livelli gravi, l’Adhd negli adulti può dare diritto all’invalidità e dunque alle varie misure di supporto previste dalla legge 104/92. Chiaramente, per ottenere questi diritti bisogna sottoporsi a un iter diagnostico piuttosto rigoroso da parte di un’apposita commissione medica.
Altrettanto importante, per una buona qualità della vita, è imparare a conoscere e gestire al meglio la propria condizione. Ecco alcuni dei consigli forniti dall’associazione Adhd Italia per “evitare che l’Adhd stravolga la vita”:
- rivolgersi agli specialisti giusti per diventare consapevoli della propria condizione, resistendo alla tentazione di negarla o di darsi la colpa;
- identificare le proprie aree problematiche (ciascuno ha le sue!), accettarle e organizzarsi di conseguenza: una buona tattica per esempio è quella di suddividere le attività in piccoli passi, da mettere nero su bianco sotto forma di lista;
- lottare contro il disordine: il che significa scandire il tempo, tenere organizzati oggetti e documenti, mantenere orari regolari, seguire una dieta equilibrata e fare esercizio fisico.
Foto in copertina: ohurtsov/Pixabay