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Dark Tourism: l'India

Un Paese enorme e sovrappopolato, capace di inquietare e affascinare i turisti di tutto il mondo. Compresi quelli che non possono fare a meno di qualche brivido, tra presenza sovrannaturali, misteriosi scheletri e il ricordo di grandi tragedie.

Un Paese enorme e sovrappopolato, capace di inquietare e affascinare i turisti di tutto il mondo. Compresi quelli che non possono fare a meno di qualche brivido, tra presenza sovrannaturali, misteriosi scheletri e il ricordo di grandi tragedie.

Grazie a DeAbyDay, gli appassionati di turismo macabro hanno potuto scoprire le ‘bellezze’ di Stati Uniti, Messico, Sudamerica, Giappone ed ex Unione Sovietica. Adesso è il momento di volare in India, Paese dal grande fascino e dagli immensi contrasti, capace di colpire per la grande povertà, nonché per i luoghi teatro di tremende disgrazie oppure ricchi di oscure presenze.

UNA PASSEGGIATA NELLO SLUM DI MUMBAI

Mumbai, sulla costa occidentale dell'India, fino al 1995 si chiamava Bombay. Da allora molte cose sono cambiate: sono spuntati come funghi grattacieli, ad esempio, che ne hanno mutato lo skyline facendo aumentare ulteriormente il contrasto tra la parte ricca della città e quelle più povere, dove tutto è rimasto invariato. Questa metropoli, conosciuta anche per l'industria cinematografica di Bollywood, conta oltre 12 milioni di abitanti: buona parte di essi vive, o meglio sopravvive, nei suoi slum, come quello di Dharavi, che ha ispirato il film The Millionaire. Nei 220 ettari della più baraccopoli più famosa d’India abitano accalcate almeno 900 mila persone. Arrivarvi è scioccante, anche per chi conosce l'India e le sue sacche di povertà: Dharavi non è pericolosa come una favela brasiliana, ma occorre lo stesso fare attenzione a ogni passo, tra escrementi di vacca, rivoli maleodoranti che scorrono lungo i vicoli e montagne di spazzatura, in mezzo alle quali i bambini giocano a cricket. Lo slum si può visitare in autonomia, oppure grazie a tour organizzati che partono dal cuore di Mumbai. E c’è anche chi sceglie di dormirci.

Foto: svglass © 123RF.COM

DI NOTTE NELLA SPIAGGIA DEI FANTASMI

Percorrendo poco meno di 300 km in direzione nord, da Mumbai si arriva alla spiaggia di Dumas, nota per le sue attività paranormali. Nel corso degli anni, sono tanti i casi di persone scomparse durante una passeggiata al tramonto (oppure dopo) e ancora di più quelle che giurano di aver avvertito strane presenze di notte, oppure di aver udito voci, suoni di vario genere, risate improvvise. Non solo: pare che i cani, si comportino stranamente in spiaggia, abbaiando verso il nulla dopo il tramonto o ululando all’improvviso, come se avvertissero presenze invisibili. Tra gli abitanti della zona (siamo nel Gujarat, a una ventina di km da Surat) è radicata la credenza che la spiaggia fosse in antichità un luogo di sepoltura e che la sua sabbia sia diventata nera proprio per questo motivo.

LA CITTÀ ENTRATA NELLA STORIA PER UN DISASTRO

Al centro dell’India si trova invece Bhopal, città del Madhya Pradesh teatro del più grave disastro industriale della storia. Avvenuto il 3 dicembre 1984, con la fuoriuscita di 40 tonnellate di isocianato di metile dallo stabilimento della Union Carbide India Limited. La nube tossica uccise in pochissimo tempo più di 2 mila persone, avvelenandone molte altre: i dati ufficiali parlano di 3.787 morti correlate all’evento, ma c’è chi sostiene che la cifra andrebbe (almeno) moltiplicata per cinque. L’area di Bhopal non è pericolosa, ma per i dark tourist in viaggio in India è un must. Gli altri, oggettivamente, con tutte le altre bellezze del Paese, possono tranquillamente passare oltre.

Foto: dinodia © 123RF.COM

VICINI AL TIBET E A TANTISSIMI SCHELETRI

A un passo dal Tibet, nello stato dell’Uttarakhand, i dark tourist trovano pane per i loro denti grazie al lago di Roopkund e al villaggio di Kedarnath. Il primo in realtà è poco più di una pozza d’acqua nel cuore dell’Himalaya, a 5 mila metri di altitudine, che deve la sua brutta fama al fatto che, nelle sue immediate vicinanze, sono state trovate le ossa di centinaia di persone. Chi erano? Antichi migranti, vittime di un’epidemia, un esercito sorpreso da una tormenta di neve, chissà, forse uomini e donne puniti dagli dei che abitano il massiccio montuoso del Nanda Devi, come vuole il folklore locale. Fatto sta che le ossa continuano a spuntare fuori. A proposito di divinità e templi, attorno a quello di Kedarnath, dedicato a Shiva, vive la piccola comunità del villaggio teatro nel 2013 di una tremenda inondazione: nel peggior disastro naturale del Paese dallo tsunami del 2004 persero la vita quasi 6 mila persone. Diverse delle quali proprio a Kedarnath, dove il tempio induista non registrò invece danni. Curiosità: il piccolo santuario è meta di pellegrinaggio da oltre un millennio, essendo una delle quattro tappe del cammino spirituale Chota Char Dham.

Foto apertura: dinodia © 123RF.COM