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C’era una volta una dieta. I disturbi alimentari maschili e femminili

Non tutte le persone che decidono di seguire uno schema alimentare controllato cadono in un disturbo alimentare e, a dire il vero, questa possibilità è realmente remota. Eppure, e sempre a dire il vero, quando si soffre di un disturbo alimentare si trova un incipit sintomatologico in una dieta rigida, limitante nel numero di cibi ammessi e fondata su un controllo ossessivo delle calorie, della quantità assunta e del corrispettivo bisogno di smaltire l’accumulo energetico. Quando poi, la stessa dieta risulta insostenibile, si passa alla completa perdita di misura e si può cadere in abbuffate cui, a seconda della patologia, segue o meno un bisogno colpevole di compensazione. 

Nelle forme di patologica selezione o rifiuto di determinati alimenti si identificano inoltre nuovi disturbi alimentari come l’ortoressia, la vigoressia e di recente identificazione, l’Arfid (disturbo evitante/restrittivo dell’assunzione di cibo).

Ne parlano Stefano Erzegovesi, psichiatra e nutrizionista esperto in disturbi del comportamento alimentare all’IRCCS Ospedale San Raffaele Turro di Milano e Anna Ogliari, specialista in Psicologia Clinica, esperta in Disturbi alimentari nell’adolescenza all’IRCCS Ospedale San Raffaele Turro di Milano su Riassaporare, un podcast di DeAbyDay prodotto da Digital De Agostini.

>>> Ascolta gli episodi!

  1. Cadere in un disturbo alimentare
  2. C’era una volta una dieta
  3. La famiglia divorata da un disturbo alimentare
  4. Peso positivo, il profilo Instagram per saperne di più sui disturbi alimentari
  5. Rialzarsi da un disturbo alimentare

 Autore: Rosy Matrangolo Maderloni ; Regia: Claudio Lucca.