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Come Maria Grazia Chiuri ha cambiato la nostra idea di stile

Romana, femminista, glamour. Grande talento dell’alta moda italiana e internazionale, direttore creativo di Dior dal 2016.

Romana, femminista, glamour. Grande talento dell’alta moda italiana e internazionale, direttore creativo di Dior dal 2016.

Gli inizi in Fendi, la lunga collaborazione professionale e l’amicizia con Pierpaolo Piccioli e con Chiara Ferragni, gli anni in Valentino e l’exploit francese con Dior: tutto quello che c’è da sapere sulla designer che ha rivoluzionato la nostra idea di stile.

Chi è Maria Grazia Chiuri

Un’italiana sul trono di Francia: prima donna a guidare Dior, con il suo stile femminile e femminista, moderno e identitario ha conquistato l’haute couture. Tanto da essere insignita, nel 2019, con la Légion d'Honneur, la più alta onorificenza in Francia.

La passione per la moda

Romana di origini pugliesi, classe 1964, muove i suoi primi passi nel mondo della moda “crescendo” nel piccolo atelier di sua madre, proprietaria di una piccola sartoria. È in questo contesto, familiare e creativo, che la giovane Maria Grazia inizia a sviluppare una passione particolare per il disegno e per gli accessori.

Da Fendi a Valentino

Dopo gli studi di moda allo IED (Istituto Europeo di Design) di Roma, il trampolino di lancio per Maria Grazia Chiuri è la più famosa maison di moda romana, Fendi. La collaborazione nasce nel 1989 e porta alla creazione di una delle 5 borse più amate di sempre: la baguette. Chiuri ha infatti fatto parte del team creativo che ha portato alla realizzazione della it bag di maggior successo del marchio. Un modello reso popolarissimo da Sex & the City e di recente rilanciato, in occasione del reboot And Just Like That, con una capsule disegnata da Sarah Jessica Parker, fashion icon e star assoluta dei due show firmati HBO. 

In Fendi, fashion brand femminile, Maria Grazia Chiuri sperimenta con i materiali e gli stili. Di quell’esperienza, in occasione di un incontro organizzato da AltaRoma, la stilista ricorderà: «Roma è stata fondamentale nella mia formazione. Ho avuto una palestra meravigliosa con le sorelle Fendi, tutte donne».
Gli anni Novanta segnano un’altra tappa fondamentale nel percorso stilistico di Chiuri: l’amicizia con Pierpaolo Piccioli, oggi eclettico direttore creativo di Valentino. Il fortunato incontro avviene a Roma per caso: lei viene mandata da un amico a prenderlo in stazione, va ad accoglierlo in jeans e T-shirt bianca, in mano un cartello con il nome di lui, e il loro feeling è istantaneo. La loro connessione stilistica, che PPP ha definito “un sesto senso invisibile”, si traduce in una collaborazione che - in Fendi prima, in Valentino poi - porta alla realizzazione di un comune concetto di alta moda, raffinata e complessa.

Proprio in Valentino i due amici approdano, insieme, nel 1999, partendo sempre dagli accessori, e a Maria Grazia viene successivamente affidata la guida di Red Valentino, la seconda linea del marchio. In seguito al ritiro di Valentino Garavani, i due stilisti subentrano come co-direttori creativi della casa di moda nel 2008: nel corso del loro duumvirato (durato 8 anni), hanno rivitalizzato il brand e segnato un percorso di evoluzione stilistica e di grandi risultati in termini di fatturato (nel 2015 viene superato il miliardo di euro). Il fil rouge rappresentato dagli accessori di successo continua quindi da Valentino, dove il duo introduce il must-have Rockstud, declinato in scarpe e borse caratterizzate dalle inconfondibili borchie rock-chic.

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L’arrivo in Dior

Prima donna in assoluto a guidare la storica maison dal punto di vista creativo, Maria Grazia Chiuri assume l’incarico di direttrice artistica di Dior l’8 luglio 2016. Suoi predecessori, dopo il fondatore Christian Dior (venuto a mancare nel lontano 1957), erano stati giganti come Yves Saint Laurent, Gianfranco Ferré e John Galliano. La nomina di Chiuri, nelle parole di Bernard Arnault - a capo del colosso LVMH, il gruppo di cui Dior e molti altri brand del lusso fanno parte - risponde all’esigenza di portare rilanciare il brand attraverso una visione elegante e moderna della donna.

Anche in Dior, la passione per gli accessori da parte di Maria Grazia Chiuri ha determinato la rivisitazione di modelli storici di borse, come l’emblematica Saddle Bag, cui la sperimentazione in termini di stampe, ricami e materiali ha donato un nuovo appeal e una nuova identità.

Un’italiana sul trono di Francia

È questa, la definizione che le è stata attribuita dalla stampa di settore. La direzione creativa presa da Maria Grazia Chiuri, al timone di Dior, è all’insegna di un’innovazione stilistica e culturale, che non prescinde, però, dalla tradizione. A cominciare da quella manifatturiera, con un’impronta di stile italiano e di made in Italy. Nella visione della designer romana, non si tratta però di mettere in campo una sfida tra Italia e Francia, i due giganti dell’alta moda, quanto di un arricchimento culturale. Viene plasmato, così, il nuovo storytelling di Dior, improntato sia sul savoir-faire francese che sul saper fare italiano. 

L’impronta femminista

La poetica di Maria Grazia Chiuri, unione di tradizione e innovazione, non si limita all’espressione estetica. La sua visione si estrinseca fin dalla prima collezione creata per Dior, la PE 2017: il debutto in passerella è un manifesto espresso attraverso le T-shirt stampate We should all be feminists, citazione della grande scrittrice femminista nigeriana Chimamanda Ngozi Adichie. In prima fila, non solo celebrities, ma eroine contemporanee, come la campionessa paralimpica di scherma (e di resilienza) Bebe Vio.

Altri slogan li abbiamo visti sfilare sul palco di Sanremo 2023, dove Chiara Ferragni - amica, più che musa - ha indossato dei veri e propri statement dresses concepiti dalla designer. Look destinati a fare la storia della moda, come la stola-manifesto Pensati libera, l’insult dress (l’abito contro l’odio) o l’abito effetto nudo (simbolo del corpo di tutte le donne quale campo di battaglia).

«Dobbiamo tenere sempre in mente che la moda esplicita il rapporto che la società ha con il corpo delle donne, molto più di quanto non faccia con quello degli uomini», ha dichiarato di recente la stilista in un’intervista al Guardian. «Sono cresciuta in una famiglia femminista, all’interno di una società patriarcale. Aborto, divorzio - queste tematiche erano sulla bocca di tutti durante la mia giovinezza, e se ne parlava molto anche a casa mia. I miei genitori non mi dicevano che dovevo trovare marito - mi dicevano, invece: “Devi studiare, trovarti un lavoro, crearti la tua strada ed essere indipendente”».
Chiuri sta riscrivendo le regole del fashion a colpi di femminismo, all’insegna della sorellanza e di un senso di comunità, perché le donne - plurale - si sostengano a vicenda, unite nella sfida contro il patriarcato. Come scrive Chiara Pasqualetti Johnson nel suo libro Together, «Grazie a lei, la passerella di Dior è diventata una piattaforma di dialogo sul nuovo ruolo delle donne».

Da donna in un ruolo di potere difficilmente accessibile alle donne, Maria Grazia Chiuri estende ulteriormente la propria politica di empowerment femminile, ad esempio utilizzando solo fotografe donne per gli scatti delle campagne di Dior: una scelta che può sembrare inusuale, ma che testimonia l’intenzione di scardinare lo sguardo maschile quale unica prospettiva rilevante. Lo stesso gruppo LVMH si sta impegnando a garantire un’equa rappresentazione delle donne nei ruoli chiave dell’azienda entro il 2025.

Lo stile di Maria Grazia Chiuri in 3 capi

Abbiamo già detto che la donna di Maria Grazia Chiuri (soprattutto con Dior) interpreta la femminilità contemporanea nella sua complessità: romantica (voile, colori delicati) e determinata nell’autodeterminazione (citazioni femministe, colte e pragmatiche). Un mix&match di stili e texture, dove le gonne ampie incontrano i blazer, i ricami più preziosi sposano le T-shirt. Abbiamo riassunto lo stile di Maria Grazia Chiuri in 3 capi iconici:

Borsa Baguette

Una it-bag senza tempo, capace di attraversare i decenni rinnovandosi nei tessuti e nei colori.

Scarpe Rockstud

Femminili e grintose, in versione stiletto o rasoterra, il tocco punk per gli outfit bon ton. 

T-shirt We should all be feminists

Perché per mettere in pratica il femminismo, anche una semplice T-shirt bianca stampata diventa rivoluzionaria.

Il pensiero di Maria Grazia Chiuri in 3 frasi

«Voglio utilizzare le passerelle per supportare le cose in cui credo, per promuovere le idee e le persone che mi interessano. La moda ha un immenso potere e una grande audience»

«Le volte in cui mi è stato chiesto se fossi una designer politica, ho sempre risposto di sì, perché tutto ciò che si fa nella vita è politico»

«Sono pienamente cosciente di lavorare all’interno di un mercato contestato dal femminismo. Ma sono anche consapevole del fatto che tutti noi viviamo in un sistema capitalista. E preferisco provare a migliorare il mondo della moda dall’interno»

Maria Grazia Chiuri e Chiara Ferragni

Con la fashion influencer c’è sempre stato un rapporto speciale, e Chiuri non ne ha mai fatto mistero. Un «rapporto pazzesco» ricambiato anche nelle parole di Chiara Ferragni. Del resto, sono firmati Dior i due abiti da sposa indossati da Chiara in occasione delle sue nozze con Fedez: il primo, in pizzo bianco, richiamo alla tradizione italiana, mentre il secondo, ispirato ai tarot dress della prima collezione di Maria Grazia Chiuri per Dior.

La felice collaborazione è stata portata a un altro livello con i già citati statement dresses di Sanremo 2023: la stilista sedeva in platea all’Ariston, mentre Chiara portava in diretta mondiale i messaggi di empowerment femminile per il tramite della moda. Una delle passerelle più importanti, senz’altro la più importante in Italia, per Maria Grazia Chiuri.

Tipsby Dea

Maria Grazia Chiuri

Maria Grazia Chiuri è una delle protagoniste di Together, un libro di Chiara Pasqualetti Johnson pubblicato da White Star a ottobre 2022 nella collana Personaggi del nostro tempo.