Dolci

Come si fa il pangiallo romano, il dolce della tradizione

  • Difficoltà

    media

  • Categoria

    Dolci

  • Porzioni

    6

  • Tempo preparazione

    160 min

    PT160M

  • Tempo cottura

    40 min

    PT40M

  • Tempo totale

    200 min

    PT200M

  • Cucina

    Italiana

  • Cottura

    Forno

Tutto sul pangiallo romano, il dolce natalizio della tradizione laziale di buon auspicio.

Tutto sul pangiallo romano, il dolce natalizio della tradizione laziale di buon auspicio.

Tra i dolci laziali della tradizione natalizia c’è il pangiallo. Immancabile sulle tavole festive, si presenta come un pane di piccole dimensioni coperto da una caratteristica crosticina dorata. L’impasto è tempestato di frutta secca e profumato con scorza di agrumi.

La storia del pangiallo romano affonda le sue radici in epoca antica :ecco tutto quello che c’è da sapere a riguardo ma, soprattutto, come prepararlo in casa.

Che cos'è il pangiallo romano? 

Dolce tipico romano, il pangiallo è una preparazione tradizionale del periodo natalizio. Il suo impasto, piuttosto sodo, è arricchito di frutta secca, miele, cioccolato e fichi. Si usa realizzarlo il 21 dicembre, giorno del solstizio d’inverno, come buon auspicio affinché torni presto a splendere il sole. Non a caso ha un colore giallo acceso, proprio a ricordare quello del sole.

La storia del dolce tradizionale del Lazio

Il pangiallo rientra nella categoria dei dolci romani antichi. Addirittura risalirebbe alla Roma Imperiale, epoca durante la quale era usanza distribuire dei dolci dorati in occasione della festa del solstizio d'inverno per i motivi di cui sopra.

Si ritiene che anticamente fosse realizzato con frutta secca, miele e cedro candito. L’impasto veniva poi cotto e spennellato con dell’uovo sbattuto. Quest’ultima è l’unica caratteristica sopravvissuta alla numerose trasformazioni che il dolce ha subito durante i secoli.

Pangiallo, la ricetta originale

La ricetta del pangiallo di Natale è semplice, ma richiede una grande varietà di ingredienti. Probabilmente è in questo che risiede il segreto della sua bontà. Ecco come realizzare questa delizia facente parte delle specialità romane da conoscere, un po' come i supplì romani.

Ingredienti

  • Per l'impasto:
  • 200 g di mandorle
  • 100 g di pinoli
  • 200 g di nocciole
  • 200 g di noci
  • 150 g di canditi
  • 250 g di uva passa
  • 200 g di farina 00
  • 200 g di miele
  • 150 g di cioccolato
  • Scorza di un’arancia grattugiata
  • Scorza di un limone grattugiato
  • Per la glassa:
  • 2 cucchiai di farina
  • 2 cucchiai di olio di oliva
  • 1 bustina di zafferano
  • acqua qb

Pangiallo fatto in casa: il procedimento

  1. Fate scaldare il miele in un pentolino.
  2. Una volta fluido, unite la scorza degli agrumi e mescolate.
  3. Mettete l’uva passa a bagno in acqua tiepida per circa 30 minuti.
  4. Nel frattempo tritate grossolanamente la frutta secca e versatela in una ciotola insieme ai canditi, all’uva passa scolata e strizzata e al cioccolato tritato.
  5. Unite il miele e mescolate, quindi aggiungete la farina setacciata, poco alla volta.
  6. Impastate con le mani su un piano di lavoro fino ad ottenere un composto consistente.
  7. Dividetelo in 4 parti uguali e trasferitelo in forno spento per 2 ore su una teglia.
  8. Adesso preparate la glassa: mescolate farina, olio e zafferano sciolto in un po' di acqua in un pentolino su fiamma bassa.
  9. Se necessario unite dell’acqua per ottenere una pastella dalla consistenza fluida.
  10. Spennellatela sui panetti e fateli cuocere in forno caldo a 180°C per 40 minuti circa.

Varianti del pangiallo romano

Come avviene in genere per tutte le ricette della tradizione, anche del pangiallo esistono diverse varianti. Alcune prevedono i fichi secchi, altre si realizzano senza la glassa in superficie.

Pangiallo morbido (con fichi secchi)

Il pangiallo non è di per sé particolarmente morbido al palato, ma le versioni che prevedono l’aggiunta dei ficchi secchi al suo impasto lo rendono tale.

Pangiallo con glassa d'uovo

Una variante del dolce lo vuole ricoperto con una copertura a base di tuorli d'uovo anziché di zafferano. In entrambi i casi la superficie ne esce gialla e dorata. 

Curiosità sul pangiallo

Intorno al dolce natalizio romano orbitano diverse curiosità. La prima sta nel fatto che, come specificato nella più antica ricetta del dolce conservata per iscritto, il nome del dolce deriverebbe dal colore dovuto allo zafferano, e non dalla farina di mais come ritenuto diffusamente.

Il pangiallo romano si conserva avvolto nei sacchetti di carta (quelli utilizzati comunemente per la conservazione del pane) per alcune settimane.

Si gusta preferibilmente dopo qualche giorno di riposo, tagliato a fette ed accompagnato con vino dolce come il Vinsanto o lo Zibibbo.

Foto apertura: Fabrizio Troiani - 123RF